la toxo è pericolosa per tutta la gravidanza nel caso non sia immune.
Dovresti evitare i cibi che possono trasmetterla, so che è un sacrificio molto noioso privarsi delle cose che ci piacciono, ma lo si fa per i nostri cucciolotti, no? Io mi ero fatta portare un paio di panini al crudo in ospedale dopo il parto pensa, avevo aspettato tutta la gravidanza quel momento!
Comunque qui trovi tutto quello che puoi sapere sulla toxo e su come si trasmette e quanto è dannosa....:
La Toxoplasmosi in gravidanza
Le informazioni sulle possibili gravi conseguenze che l’infezione primaria da Toxoplasma può comportare per il feto ed il neonato hanno diffuso molto spesso un allarme spesso ingiustificato mettendo a volte i medici di fronte a problemi diagnostici che non sempre sono adeguatamente preparati a risolvere.
Ne è un esempio il numero elevato di interruzioni volontarie di gravidanza o comunque gravi situazioni di angoscia provocato alle gravide in seguito ad un riscontro di sieropositività interpretato erroneamente come indice di malattia in atto invece che come correttamente dovrebbe essere fatto, di immunizzazione.
In realtà ,anche in caso di infezione primaria in gravidanza , le probabilità che il feto venga infettato in utero sono piuttosto limitate ,anche se crescenti con l’aumentare dell’età gestionale, mentre la gravità delle lesioni segue un andamento inverso ovvero è tanto minore quanto più il contagio fetale è tardivo.
In caso d’infezione da Toxoplasma nel I trimestre si avrà nella maggior parte dei casi , l’aborto o la morte fetale , nel II trimestre si potranno verificare idrocefalo , calcificazioni cerebrali, corioretinite e convulsioni , mentre l’infezione nel III trimestre darà forme di acute poliviscerali.
Infine quando l’infezione viene contratta nelle fasi terminali della gravidanza il neonato potrà nascere apparentemente sano , ma portatore di una forma latente di toxoplasmosi che si potrà manifestare a distanza di mesi od anni sotto forma di lesioni discrete a carico dell’occhio (corioretiniti recidivanti) o del SNC ( ritardi mentali , disturbi comportamentali).
La diagnosi di infezione toxoplasmica si basa essenzialmente nell’adulto sullo studio dei livelli anticorpali specifici , e può essere eventualmente confermata mediante evidenziazione diretta del parassita nei tessuti o dopo test biologico.
Nell’infezione acuta si formano due tipi di anticorpi:
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anticorpi di classe IgM che compaiono entro una settimana dal contagio , raggiungono i livelli massimi dopo 2-3 settimane e diminuiscono gradualmente per scomparire di solito nel corso del IV mese dopo il contagio. In alcuni casi tuttavia tali anticorpi possono scomparire già alla terza settimana di infezione oppure persistere per molti mesi;
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anticorpi di classe IgG che aumentano lentamente nelle prime settimane dal contagio; l’incremento diventa più evidente dopo 3-4 settimane , per raggiungere i livelli massimi fra il secondo e il terzo mese. Gli anticorpi IgG persistono a valori elevati anche per mesi; in seguito il titolo anticorpale scende gradualmente , ma bassi livelli di IgG sono rilevabili anche per tutta la vita del soggetto infettato.
In occasione delle reinfezioni endogene o esogene non compaiono anticorpi IgM, mentre le IgG presentano una rapida elevazione.Esaurito lo stimolo antigenico gli anticorpi ritornano a valori di partenza dopo un periodo di tempo variabile.
Trasmissione materno-fetale
La trasmissione del Toxoplasma dalla madre al feto si verifica essenzialmente per via via ematogena transplacentare; infatti il parassita è in grado di superare la barriera placentare a condizione che la fase parassitemica sia di durata sufficiente (8-10 giorni).
Questo si verifica , almeno nei soggetti con sistema immunitario integro , solo nel caso della primo-infezione; nella reinfezione infatti le forme vegetative liberate dalle oocisti attivate vengono bloccate dagli anticorpi materni.
Nel caso di Toxoplasmosi acuta in gravidanza si possono verificare tre eventualità:
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nascita di un feto non infetto , cioè clinicamente sano e sierologicamente negativo dopo la scomparsa di anticorpi materni trasmessi passivamente;
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neonato con infezione congenita asintomatica , lieve o severa , se il parassita viene isolato dal sangue o dalla placenta o dal liquido amniotico e se i test sierologici controllati nel primo anno di vita rimangono positivi dopo la scomparsa degli anticorpi di origine materna;
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aborto o morte endouterina perinatale del feto.
Nel caso di infezione sintomatica congenita la malattia si manifesta più comunemente come forma acuta poliviscerita (epatosplenomegalia con ittero, miocardite, manifestazioni emorragiche), oppure come forma cronica neuroretinica (idrocefalo, calcificazioni cerebrali, convulsioni corioretinite). La possibilità di infezione e la gravità della malattia congenita sono essenzialm